Scrittura e Intelligenza Artificiale: qualche riflessione sul ghostwriting

È inutile ignorare l’elefante in mezzo alla stanza, la domanda ce la siamo posta, e non solo noi.
L’Intelligenza Artificiale è una delle più rilevanti innovazioni degli ultimi anni, con un impatto che ha riguardato anche il mondo della scrittura. L’IA mette a disposizione strumenti che permettono di generare testi con rapidità, offrendo degli innegabili vantaggi, tra cui la possibilità di creare contenuti risparmiando una significativa quantità di tempo, ma anche di ottenere idee, spunti, modelli.
Nel settore da cui provengo, cioè il marketing digitale, l’utilizzo dell’IA è diventato comune, con tutti i pro e i contro del caso. Tra i pro, c’è il fatto che l’intelligenza artificiale permette di velocizzare il lavoro routinario, consentendo più efficienza. Tra i contro, il fatto che, per quanto l’IA riesca ad adattarsi alle richieste e a fornire risultati abbastanza personalizzati, necessita di controlli (dal momento, infatti, che opera attingendo alla smisurata quantità di informazioni che trova online, può capitare che fornisca dati errati o imprecisi), e, soprattutto, non è in grado di riprodurre del tutto l’operato umano, soprattutto per quanto riguarda l’empatia e la sensibilità alle sfumature della lingua. 
E se invece parliamo di ghostwriting? Gli strumenti dell’IA possono essere utilizzati nella scrittura su commissione?
Incuriosite dall’argomento, io e la Signorina Write ci siamo interrogate sulla questione. Io, in particolare, le ho fatto alcune domande su scrittura, ghostwriting e Intelligenza Artificiale, calandomi un po’ nei panni del poliziotto cattivo. Sotto, potete leggere quello che è emerso. La discussione, a un certo punto, ci ha condotte a un altro quesito, diverso dall’IA, ma in realtà meno distante di quanto si pensi dall’argomento. E cioè: cosa fa, davvero, un ghostwriter?
Ma partiamo dall’inizio.

Linda: Uno dei vantaggi dell’Intelligenza Artificiale è che permette di ridurre i tempi di scrittura. Non conviene utilizzarla per consegne più veloci?

Teresa: Se la questione la si riduce esclusivamente a quella del tempo – dunque, della fretta nella concretizzazione e nella consegna – posso anche darti ragione, l’IA impiega decisamente meno tempo nella realizzazione di uno scritto, il che non corrisponde a una migliore qualità del prodotto. Mi è stato insegnato che fretta e qualità quasi mai procedono a braccetto.
Chi si rivolge alla figura professionale di un ghostwriter (in carne, anima e ossa) non pone come prima condizione quella del tempo, a me non è mai successo. Solitamente sono io, in fase contrattuale, a specificare quanto tempo occorrerà per la sua realizzazione. Il committente è interessato al risultato finale, aspira a un buon libro, sia esso destinato a un’eventuale pubblicazione o a un ambito più strettamente familiare. Mi chiede di essere accompagnato, passo dopo passo, nella realizzazione di un qualcosa che non conosce, verso cui spesso nutre una sorta di resistenza (vorrei ma non posso). Aspira a un libro che sappia raccontare la propria vicenda personale con estrema cura e dedizione, che sappia emozionare chi lo leggerà. Ma la necessità che avverto da parte del mio committente è anche quella di essere accompagnato e sostenuto da un punto di vista emotivo durante tutta la fase di scrittura quando ricordi, immagini e spesso antichi dolori riaffiorano dal passato.


Linda: Perché dovrei rivolgermi a un professionista, che costa di più, anziché usare l’IA che costa di meno?

Teresa: Un altro aspetto che non preoccupa troppo chi si rivolge a me in veste di ghostwriter è quello del costo, intanto perché ha preventivamente visionato il mio sito in cui si trovano le tariffe dei servizi che offro. Chi si concede un regalo tanto prezioso non si ritrova a dover scegliere se farsi scrivere il proprio libro o pagare la retta universitaria dei figli, ha già predisposto una somma adeguata per affrontare questa ulteriore spesa.
Proprio perché lo considera un dono che, finalmente, riesce a concedersi è capace di assegnargli il giusto valore materiale, monetario, emotivo.


Linda: Il lavoro che un ghostwriter fa con chi gli commissiona un’opera, è davvero tanto importante per realizzarla? Voglio dire, se racconto la mia vita a un’IA e le chiedo di scriverla, non ottengo comunque la mia biografia?

Teresa: Ho avuto occasione di leggere qualcosa realizzato con l’IA, si tratta di scritti corretti dal punto di vista ortografico ma piuttosto piatti, noiosi, omologati. Biografie tutte molto simili tra loro pur trattando vicende, persone e caratteri molto diversi. Non conta solo cosa si racconta ma come lo si racconta. Io presto particolare attenzione alle parole da impiegare, alla costruzione psicologica dei personaggi, ai dialoghi che riescono a dire più di tante precisazioni fuori campo. Tutto questo deriva da un ascolto attento e da un’attitudine a prendersi cura della vita altrui (materiale sensibilissimo verso cui è necessario portare immenso rispetto).
Ogni committente ha il suo modo di parlare, di usare le parole, i silenzi, i vuoti, i pieni, l’ironia, la razionalità, la fantasia… Ogni committente possiede già un proprio “stile” narrativo e oratorio; a seconda della sua preparazione culturale, dei libri che ha letto o che non ha letto, impiega certi termini e non altri, ricorre a simboli, a metafore, a citazioni, oppure si avvale di immagini semplificate, dirette, talvolta primitive. Di tutto questo tengo particolare conto per creare uno stile narrativo quanto più corrispondente a quello di colui che racconta la propria storia. Non è la mia storia, è la sua storia, sono le sue emozioni quelle da far rivivere sulla carta, è la sua fetta di vita vissuta che ha necessità di non essere ignorata, dimenticata, bensì riscritta e rivissuta.  

Linda: E se invece fosse metà e metà? Se scrivessi il mio romanzo con l’IA e poi chiedessi a un ghostwriter di “sistemarlo”?

Teresa: Io come ghostwriter, anche se preferisco definirmi scrittrice su commissione, non accetterei mai una simile proposta, ma il mondo è bello – diceva mio padre – perché è “avariato”. Un consiglio: astenetevi dal chiedermelo, troverete certamente qualcuno disposto a farlo.

Linda: Okay, ma in definitiva, perché dovrei rivolgermi a un professionista della scrittura anziché scrivere il mio libro con l’IA, sfruttando le sue conoscenze su come si imposta un romanzo?

Teresa: Non voglio profanare il mito che si sta creando attorno all’IA, io al momento non ne subisco la fascinazione ma è giusto tenerne conto poiché fa parte della vita reale. Nel grande cervellone saranno stati inseriti milioni di informazioni anche su come scrivere un libro, non lo metto in dubbio, ma penso, e ne sono fermamente convinta, che nessun cervellone tecnologico sarà mai in grado di sostituire un cuore e un cervello umano che hanno assorbito e rielaborato informazioni dalla vita reale, dalla notte dei tempi fino a oggi. Nessun cervellone sarà mai in grado di ascoltare con pazienza, empatizzare con la vita altrui, immedesimarsi in quel dolore, in quello stupore, nella gioia o nella disperazione, per poi trasferire un tale, immenso bagaglio emotivo sulla carta.
Inoltre, lo dico per esperienza, spesso mi sono ritrovata a consigliare il mio committente desideroso di pubblicare il suo libro su quali case editrici contattare, su come proporsi a loro, sul modo di scrivere una biografia e una sinossi.*Non per ultimo, e credo sia un valore aggiunto, tra me e loro si sono spesso creati rapporti di grande stima, talvolta di amicizia.

Cosa possiamo dire, in conclusione? L’intelligenza artificiale è senza dubbio uno strumento innovativo per la scrittura di testi, soprattutto per quanto riguarda l’efficienza e la rapidità. Una biografia o un romanzo, tuttavia, non devono essere solo tecnicamente perfetti ma devono anche racchiudere, frase dopo frase, l’essenza di una personalità, di un percorso, di una vita. Il lavoro di un ghostwriter è in grado di apportare un valore (a livello di ascolto e umanità) che, al momento, l’IA non è in grado di fornire.

Quindi, sì al progresso, ma coniugandolo con la comprensione e la creatività che solo la scrittura umana può dare. L’IA è uno strumento utile, ma è la sensibilità dell’autore a dare valore e a esprimere l’unicità di una narrazione.

Se hai bisogno di aiuto per una biografia o dei testi che esprimano chi sei veramente, contatta la Signorina Write senza impegno.

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