Le mamme, come i figli, non dovrebbero ammalarsi mai. Non dovrebbero soffrire. Toccarsi la testa e poi chiudere gli occhi per spegnere la luce. Né finire in un letto d’ospedale con le sponde alte e le lenzuola spesse come tappeti, se non per partorire figli coi piedini che sanno di latte.
Le mamme non dovrebbero mai finire su una sedia a rotelle, sono belle in piedi sulle loro gambe forti. Belle coi capelli freschi di messa in piega e un filo di trucco, ma anche spettinate, la mattina, quando indaffarate programmano la giornata affinché nulla venga trascurato.
Solo le mamme lo sanno fare: pensare contemporaneamente al pranzo e alla cena, allo sciroppo per la tosse, all’appuntamento dal dentista, dal dermatologo, alle piante in terrazza, al rubinetto che perde, alla tenda della doccia da cambiare, al minestrone per la cena che poi deve essere accuratamente passato e ai croccantini per il gatto.
Le mamme non dovrebbero finire sotto i ferri di un chirurgo che le tagliuzza come fossero figurine per il decoupage e poi le ricuce con mano fermissima. E non dovrebbero essere imboccate come neonati, proprio loro che ci hanno insegnato le buone maniere a tavola, a non far rumore mentre si mastica, a tenere la giusta distanza dal piatto.
Nessun figlio dovrebbe mai vedere una mamma piangere mentre, seduta su una sedia a rotelle, viene imboccata senza troppo riguardo e poi cambiata proprio come se fosse un neonato.
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