(Funambolo della musica di Alex Baudo e Teresa Giulietti – Bertoni editore)
Ci sono biografie che mi hanno richiesto meno impegno strategico, sono scivolate tra le mie mani senza troppi intoppi. In maniera fluida, per con tutte le loro peculiari sfumature emotive.
Direi che tutto parte dall’ascolto, un ascolto non solo professionale ma anche affettivo e da cui sovente scaturisce immedesimazione, propulsione immaginifica, narrazione.
In questo caso mi sono così immedesimata nella storia di Alex, da divenirne parte. Un personaggio che si è ritagliato il suo posticino traendosi da parte per non intralciare la storia.
Storia vivida, vibrante, coinvolgente da sentirmela sulla pelle, in ogni organo. Mi sono innamorata del mio personaggio: così fragile, intraprendente, creativo, sensibile, coraggioso, a tratti mi scivolava dalle mani e allora tentavo di riprenderlo, di rimetterlo al suo posto: tra le pagine del libro che stavo costruendo appositamente per lui.
Una nuova casa in cui si sentisse più al sciuro. Lontano da etichette che per anni – almeno qua in Italia – gli sono state affibbiate. Lontano da un dolore troppe volte sperimentato. Al sicuro tra la sua musica e i suoi affetti, quelli del passato e quelli nuovi.
Non so se sono riuscita a rendere tutto questo.
Io ci spero.
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